Quaderni del Vittoriale. Nuova serie, n. 7


Quaderni del Vittoriale. Nuova serie, n. 7

 

Abstract

 

“Quaderni del Vittoriale”. Nuova serie, n. 7

 

Studi e letture / Studies and lectures

Da Warburg a d’Annunzio: metamorfosi della Ninfa / From Warburg to d’Annunzio: metamorphosis of the Nymph

Gabriella Brugnara

La figura della Ninfa entra nel panorama contemporaneo dopo aver compiuto una notevole evoluzione, ma portando con sé numerosi tratti ereditati dal mondo classico. Nel saggio si esplorano gli aspetti che la Ninfa assume nell’immaginario warburiano e dannunziano: la figura eclettica e dalle mille forme di Warburg, luogo di contraddizione dell’apollineo e del dionisiaco, si affianca alla Nike di d’Annunzio, dapprima fanciulla delicata e danzante, poi femme fatale dal sorriso crudele che richiama la Gioconda leonardiana, ed infine Malinconia, un’immagine statica, che conserva tuttavia la presenza di un’ala sotto la spalla, pronta a ricominciare il proprio volo e infondere giovinezza e vita.

 

The figure of the Nymph enters the contemporary overview following a notable evolution, but it preserves numerous traits from the classical word. The essay explores the appearances that the Nymph impersonates in Warburg and d’Annunzio’s imaginary: the eclectic figure with multiple shapes, where Apollonian and Dionysian encounters each other, is compared to the Nike of the Vate, a delicate, dancing maiden at first, a femme fatale with a vicious smile, resembling the Gioconda’s one, subsequently, and in the end the personification of Melancholy, a static figure who nevertheless possess a wing under her shoulder, waiting for a new flight to begin, bringing youthfulness and life.

 

Un’idea del teatro: la Finzione e le masse / An idea of the Theatre: the Fiction and the masses

Giorgio Zanetti

Il contributo analizza nelle sue fitte trame intertestuali il saggio di d’Annunzio intitolato alla “Rinascenza della tragedia” e, attraverso una serie di riscontri nuovi (da D’Ancona a Paul Decharme, da Rolland a Mallarmé e a Pottecher), illumina le origini della drammaturgia dannunziana, animata sin dall’inizio dalla ricerca di una forma d’arte popolare, rivolta al nuovo pubblico della società di massa.

 

The paper analyses the essay titled “Rinascenza della tragedia” written by d’Annunzio, and through its dense intertextual arguments and the contributes of new validation (from D’Ancona to Paul Decharme, from Rolland to Mallarmé and Pottecher), enlightens the origins of the Poet’s dramaturgy, a new typology of art, the people’s art, addressed to the public of the rising mass society.

 

 

Inediti e rari / Unpublished and rares

A proposito del recente recupero di un poemetto conviviale / About the recent rescue of a convivial short poem

Annamaria Andreoli

Il poemetto conviviale oggetto dell’analisi di questo saggio sembra essere stato scritto da d’Annunzio in una delle numerose occasioni in cui si trova in Abruzzo, tra Pescara o Francavilla. Mancante di data e firma, il componimento rievoca una festosa cena a cui il Poeta avrebbe partecipato con amici e parenti; i richiami stilistici a Dante e Shakespeare, “poeti popolari” perché cantori di leggende tramandate da millenni, avvalorerebbero la tesi che vede nel Vate l’autore di questo lungo poema.

 

The convivial poem analysed in this paper appears to be written by d’Annunzio during one of his many visits to Abruzzo, being in Pescara or Francavilla. It retraces a festive dinner with friends and relatives which the Poet may have been participated to; the stylistic references to Dante and Shakespeare, who are called “people’s poets” because they wrote about millenary legends, support the thesis that d’Annunzio is the author of this long poem.

 

“Dalla bruciatura dell’abbandono…” Alessandra Di Rudinì e monsignor Francesco Serenelli, Carteggio 1908-1929 / “Dalla bruciatura dell’abbandono…” Alessandra Di Rudinì and monsignor Francesco Serenelli, Correspondence 1908-1929

Cristiana Dobner

La vita di Alessandra Di Rudinì, travagliata da avvenimenti nefasti, tra cui la morte del marito ed il cancro di cui lei stessa fu vittima, viene analizzata in questo breve studio attraverso la lettura del carteggio intrattenuto dalla donna, a partire dal 1900, con monsignor Serenelli, confessore del marito. Dopo un’interruzione della corrispondenza tra i due nel 1903, dovuta alla relazione della Di Rudinì con d’Annunzio, lo scambio epistolare riprende fino al 1910, per poi essere nuovamente sospeso. Quindici anni dopo quest’ultimo silenzio, Alessandra, divenuta priora del Carmelo di Paray-le-Monial, torna a scrivere a monsignor Serenelli, che le rimane vicino fino alla sua scomparsa.

 

The life of Alessandra Di Rudinì, afflicted by ill-fated events, including her husband’s death and the cancer she experienced herself, is examined in this short essay trough the correspondence she had, starting from 1900, with monsignor Serenelli, the confessor of the husband. After an interruption of their rapport in 1903, distressed by the sentimental relationship between Di Rudinì and d’Annunzio, in 1910 they resume their epistolary exchange, that is lately suspended one more time. Fifteen years after this last abeyance, Alessandra, who meanwhile became prioress of the Carmelo of Paray-le-Monial, wrote again to monsignor Serenelli, and they would be close friends until her demise.

Nella “Fabbrica” del Vittoriale / In the Vittoriale’s “Factory”

 

Dal Misello al Lebbroso: storia di una stanza francescana al Vittoriale / From the Misello to the Lebbroso: history of a Franciscan room at the Vittoriale

Chiara Arnaudi

La Stanza del Misello, o Lebbroso, venne fatta costruire da d’Annunzio per ospitare i suoi “sonni puri” ed è il luogo in cui stabilì di far esporre il proprio corpo la prima notte della veglia funebre. I dipinti nella stanza, commissionati a Guido Cadorin, sono incentrati sulla figura di San Francesco, ricavata dalle pagine della Storia di San Francesco d’Assisi di Chavin de Malan. L’autrice del saggio compie una disamina degli elementi presenti nella stanza, accostando tra loro i dettagli che d’Annunzio ricava dal volume di de Malan e quelli da lui stesso inseriti nella favilla Le clarisse al limitare della morte, che compare nell’opera dannunziana Le Faville del Maglio.

 

The Stanza del Misello or Lebbroso, whose d’Annunzio ordered the construction to lodge his “pure dreams”, is the place where he commanded to place his body on the first night of the funeral wake. The paintings, commissioned to Guido Cadorin, are focused on the figure of San Francesco deduced from the pages of the History of San Francesco d’Assisi by Chavin de Malan. The author of the paper proceeds with a discussion on the elements of the room, to compare the details d’Annunzio’s extrapolates from de Malan’s volume and those he himself included in the favilla Le clarisse al limitare della morte, from his work Le Faville del Maglio.

 

Negli archivi di Gabriele d’Annunzio e Mario Buccellati / In the archives of Gabriele d’Annunzio and Mario Buccellati

Francesca Giraldo

L’autore del saggio presenta una panoramica di alcuni degli oggetti più particolari che d’Annunzio richiese al suo orafo di fiducia, e amico, Mario Buccellati. Numerosi accessori in argento, o decorati in pietre preziose, conservati al Vittoriale sono opera di questo artista, nei cui registri si ritrovano i disegni delle creazioni, con relativo numero di inventario. Grazie a queste puntuali annotazioni e alle lettere che il Poeta inviava all’artigiano, contenenti i dettagli che desiderava trovare nei manufatti, ci è possibile creare una corrispondenza precisa tra quanto veniva commissionato da d’Annunzio e quanto veniva, in conseguenza, realizzato da Buccellati.

 

The author of the report creates an overview of some of the most peculiar objects d’Annunzio requested to his trustworthy goldsmith and friend Mario Buccellati. Various silver product, decorated with precious stones, are preserved at the Vittoriale and they were made by this artist, who kept registers with the drawings of the creations and their inventory numbers. Thanks to these accurate annotations and the letters that d’Annunzio sent to the artisan, concerning the details of the manufacts, it is possible to have a conformity between what was commissioned by d’Annunzio and what Buccellati did produce in consequence.

 

Un artigiano a Schifamondo. Biografia di Ettore Canali / A craftman in Schifamondo. A biography of Ettore Canali

Franco Robecchi

 

Una breve biografia sul brillante disegnatore progettista nato a Chiari (Bs), Ettore Canali: dalla sua formazione, agli anni in Francia, alla successiva fortuna lavorativa del ritorno a Brescia. Negli anni Trenta si occupò, tra gli altri importanti incarichi, anche del disegno e della produzione degli arredi per lo Schifamondo dannunziano, lavoro che lo consacrò come progettista-ebanista di altissimo livello. Negli anni del dopoguerra il suo inserimento nell’ambiente milanese e torinese lo portò in contatto con personalità di spicco dell’architettura e del design del calibro di Giò Ponti e Carlo Mollino.

 

A brief biography of Ettore Canali, the brilliant designer born in Chiari (Bs): from his education, to the french years, to the next succesfull career coming back in Brescia. In the thirties, among other important projects, he designed and produced the forniture for the Schifamondo dwelling for d’Annunzio, a work that consacrated him as a high level carpenter and designer. In the postwar period his introduction to the Milan and Turin panorama brought him closer to leading personalities in architecture and design the likes of Giò Ponti and Carlo Mollino.