Gabriele d’Annunzio: il periodo fiorentino


Nel 1895 esce a puntate sul “Convito” un altro romanzo, Le vergini delle rocce. Durante l’estate il Poeta compie una crociera in Grecia e molte suggestioni e immagini raccolte durante il viaggio ritorneranno nelle Laudi, in particolare nel libro di Maia.

Tra il 1896 e il 1897 Gabriele d’Annunzio si ritira in Toscana con Eleonora Duse, a Marina di Pisa e al Gombo, mentre compone La città morta per il teatro e per la Duse che la rappresenterà in modo magistrale. Nel 1897 scrive sempre per lei i due “Sogni”: il Sogno d’un mattino di primavera rappresentato a Parigi e il Sogno d’un tramonto d’autunno.

Nell’estate dell’anno successivo il Poeta affitta a Settignano, sulle colline fiorentine, un’antica villa, la Capponcina, che diventerà una delle sue dimore leggendarie. Eleonora Duse è con lui e si trasferisce in un piccolo villino adiacente, denominato “La Portiuncula”. È l’inizio del loro sodalizio amoroso e artistico, in quel periodo vive davvero “fra cani e cavalli e belli arredi come un Principe del Rinascimento”. Il Poeta segue la nuova compagna in Egitto e compone per lei La Gioconda.

A Corfù (1899) si concentra sulla stesura di un altro dramma, La Gloria. Ritornato alla Capponcina con i taccuini pieni di annotazioni, Gabriele d’Annunzio si dedica alla composizione di tre libri delle Laudi: Maia, Elettra e Alcyone.

Il Poeta inaugura il nuovo secolo con una solenne lectura Dantis tenuta a Firenze e con la pubblicazione del Fuoco, il romanzo che ritrae la Duse nei panni di un’attrice sul viale del tramonto. “Gettalo alla folla che lo attende” dirà Eleonora all’amante, il successo è immediato e anche la sua fama internazionale si consolida sempre più.

Tra il 1902 e il 1903 continua la grande stagione compositiva dannunziana: nel 1902 dà alle stampe un’altra tragedia scritta ad hoc per la Duse, Francesca da Rimini, nel maggio del 1903 pubblica Maia, primo libro delle Laudi. Alla fine dell’anno continua il flusso di versi con Elettra e Alcyone.

Nel 1904 d’Annunzio conosce Alessandra Di Rudinì Carlotti, ribattezzata “Nike”, il “miracolo biondo”, mettendo così fine alla relazione amorosa con la Duse. La passione per Alessandra si accende giorno dopo giorno – Gabriele arriverà a donarle in un vero e proprio contratto d’amore anche il suo “cervello meraviglioso” -, mentre la prima rappresentazione della Figlia di Iorio riscuote un grandissimo successo.

Dopo la Figlia di Iorio il Poeta compone altre tragedie meno fortunate: La fiaccola sotto il moggio (1905) e Più che l’amore (1906). Contemporaneamente la passione per Alessandra Di Rudinì si consuma lentamente, una nuova donna lo seduce, Giuseppina Giorgi Mancini, detta “Giusini” o “Amaranta”, iniziando così una tra le storie d’amore più passionali e intense.

Nel 1908 dopo un lungo periodo di composizione la Nave, tragedia adriatica che celebra Venezia regina dei mari, viene finalmente rappresentata l’11 gennaio. È un trionfo. In seguito alla rottura della relazione con Giuseppina Mancini, il Poeta tiene un diario di quei giorni concitati, il Solus ad solam, pubblicato postumo.